uno dei due è l'altro

uno dei due è l'altro

giovedì 19 marzo 2020

Il seppellimento dei morti - T.S. Eliot









[...]


Mio cugino, lui mi condusse in slitta
E io presi uno spavento. Mi disse: Marie,
Marie, tienti forte. E giú scivolammo.
Sulle montagne ci si sente liberi.
lo leggo quasi tutta la notte, e d'inverno me ne vo nel
  Sud
                                
Quali radici s'abbarbicano, quali rami crescono
Su queste macerie? Figliuol d'uomo,
To non lo puoi dire, né immaginare, perché tu conosci
  soltanto
Un mucchio di frante immagini, dove batte il sole,
E L'albero secco non dà riparo, e il canto del grillo non dà
   ristoro,
E l'arida pietra non dà suon d'acqua. Solo
V'è ombra sotto questa rossa roccia,
(Venite all'ombra della rossa roccia),
E io vi mostrerò cosa diversa
Dall'ombra vostra che da mane vi cammina dietro,
Dall'ombra vostra che a sera si leva ad incontrarvi
Vi mostrerò il terrore in un pugno di polvere

Frisch weht der Wind
Der Heimat zu,
Mein Irisch Kind,
Wo weilest du?

« Mi hai dato giacinti per la prima volta un anno fa;
M'han chiamata la ragazza dal giacinti».
- Eppure quando tornammo, a tarda ora, dal Giardino
                                        dei Giacinti,
(Le tue braccia cariche, i tuoi capelli madidi) io non potevo
Parlare, gli occhi mi si annebbiavano, io non mi sentivo
Né vivo né morto, io nulla sapevo,
Mentre guardavo il cuore della luce, il silenzio.
Oed' und leer das Meer.




Madame Sosostris, famosa cartomante,
Aveva un forte raffreddore, nondimeno
Passa per la donna piú sapiente d'Europa,
Con un diabolico mazzo di carte. Ecco, diss'ella,
La vostra carta, il Marinaio Fenicio annegato,
(Those are pearls that were his eyes. Guardate!)
Ecco Belladonna, la Dama delle Roccie,
La Dama delle situazioni.
Ecco l'uomo dalle tre aste, ecco la Ruota,
Ecco il mercante cieco da un occhio, e questa carta,
Che è bianca, è qualcosa che egli reca sulla schiena,
Che mi è vietato di vedere. Non trovo
L'Appiccato. Temete la morte per acqua.
Vedo folle di gente che girano in tondo.
Grazie. Se vedete quella cara Mrs Equitone,
Ditele che le porto l'oroscopo io stessa:
Bisogna essere cosí prudenti oggigiorno!






Città irreale,
Sotto la nebbia marrone d'un'alba d'inverno,
La gente si riversava su London Bridge, tanta,
Ch'io non avrei mai creduto che morte tanta n'avesse
disfatta.

Sospiri, corti e rari, ne esalavano,
E ognuno fissava gli occhi davanti ai suoi piedi.
Affluivano sulla salita, e giú per King William Street,
Fin dove Saint Mary Woolnoth segnava l'ore
Con suono sordo sull'ultimo tocco delle nove.
Là io vidi uno che conoscevo, e lo fermai gridando:
                « Stetson!
Tu che eri con me sulle navi a Mylae!
Quel cadavere che l'anno scorso hai piantato nel tuo
                                         giardino,
Ha cominciato a germogliare? Fiorirà quest'anno
O l'improvvisa brinata ha disturbato la sua aiuola?
Oh tien lontano di qui il cane, che è amico all’uomo,
O con le sue unghie lo metterà allo scoperto!
Tu! hypocrite lecteur! - mon semblable, - mon frère! »










Tratto da T.S.Eliot, La Terra Desolata, Giulio Enaudi Editore. Traduzione Mario Praz 




domenica 15 marzo 2020

All'ombra della pandemia in fiore (Isaia senza dio, invertita la Lagarde)







[...]

Maledetto chi incide
Editti di sciagura
Chi il tormentare traduce in scrittura

Per rapinare di giustizia i deboli
Per violare il diritto
Dei più miseri tra il mio popolo

Per depredare vedove
Spogliare orfani

Nel giorno della Visita
Cosa farete?

Nello Sterminio che viene di lontano
Da chi fuggite cercando aiuto?
Dove a buttarla la vostra forza?

Belit è in ginocchio
Osiride atterrito

Finirete nel mucchio degli uccisi

E la sua furia non è placata
La sua mano è ancora distesa

Maledetto sia Assur
Bastone della mia ira!
E il mio furore che muove
il flagello delle sue mani





[...]

Ahi che muggire di popoli!
Mari in tempesta è il loro muggito

Che immane strepito di nazioni!
Acque in piena è il loro boato

Li minacci il Signore
Sono un puntino in fuga

Fiocchi di neve fresca
Di cui il vento spoglia le montagne

Polverone dissolto
dal temporale

E' sera E' sera!
Ecco lo Spavento

Prima che sia il mattino
l'Annientamento

Oh terra desolata!
Oh terra che ti spegni!

Il mondo casca
                            sfinito
Il popolo delle cime
                                    si affloscia

Sono i suoi stessi abitanti
A stuprare la terra

Profanando le norme
                                      varcando i limiti
Rompendo l'antico patto

Per colpa di chi l'abita
Maledizione la mangia

E sempre più si accende
Sulla terra il loro furore

Ma di uomo
Resterà poco

Il vino nuovo è in lutto
La vigna è fioca

Gli spiriti della gioia
Spandono gemiti

Addio tamburelli vibrati

Muto è lo strepito dei saltanti
In abbandono l'arpa preziosa

Addio trincato
Vino tra le canzoni

Si attrista l'acquavite
Nei bevitori

Ti sgretoli Città del Vuoto

Case sprangate

Nessuno entra

L'allegria si fa cupa

Il vino per le strade

Eccita strida
Oh gioia della terra!
Sbandita




[...]


Gli increduli non credono!
Gli increduli continuano a non credere!

Panico
             pozzo
                           trappola
Per te abitante della terra!

In fuga dal tuono che agghiaccia
Cadi nel pozzo

Se torni su dal fondo del pozzo
Incappi nella rete

Oh cataratte in alto spalancate!
Oh basi della terra sconquassate

Si screpola!
                    La terra è screpolata!
Si fende tutta!
                       La terra è squarciata!
Sta per crollare

              è crollata!






E l'Inferno spalanca la sua gola
Digrigna la sua bocca smisurata

I nomi splendidi e le folle anonime
Coi loro muggiti di gaudenti
scendono là

E l'uomo sarà piegato
L'umanità abbassata

E dei superbi gli occhi
Curvati al suolo

[...]

Maledetto chi tira il male
Con le corde dell'impostura

E come cinghie di carro
Tira il peccato
...


Maledetto chi Bene il Male
E Male il Bene chiama

Chi la Tenebra sulla Luce
E sulla Luce la Tenebra

E sul Dolce l'Amaro
E l'Amaro sul Dolce pone

E chi sapiente si crede
E chi di veggente si dà nome

Maledetti gli eroi del trincavino
I campioni dell'ubriachezza

Chi per un dono assolve un colpevole
E all'innocente nega giustizia

Come stoppie mangiate
Da una striscia di fuoco

Come fieno inghiottito
Da una fiammata

Le radici marcirne
Evaporarne il fiore





[...]

Contro il suo popolo la sua ira si è accesa
Stesa la mano sopra di lui lo sfregia

I monti tremano

Come escrementi giacciono
I cadaveri per
le strade

E la sua furia non cessa ancora
e la sua mano ė ancora distesa

Fa sull'altura un segnale
A popoli lontani

Fa un fischio a uno
Ai confini del mondo

Fulmineo
                      rapido
                                     eccolo
                                                    viene
E là nessuno è fiacco
Nessuno è indebolito

Nessuno che sonnecchi
Nessuno che dormicchi

A nessuno casca la cintola
O dei calzari si rompe il laccio

Acuminate ha le frecce
E tesi tutti gli archi

Dei suoi cavalli folgori gli zoccoli
Trombe d'aria le ruote

leonessa che ruggisce

Di leoni implacabili ha il ruggito

Un brontolio la preda è rapita

La porta via al sicuro
Nessuno può salvarla

Come il muggito del mare
sovrasta il mio popolo il suo muggito

E se guardi
                     ecco
La Tenebra e l'Angoscia
                                             sulla terra
E tra le brume farsi
La luce oscurità






Liberamente tratto da "Il Libro del Profeta Isaia" a cura di Guido Ceronetti , Adelphi edizioni s.p.a. Milano 1981