uno dei due è l'altro

uno dei due è l'altro

lunedì 24 agosto 2015

Peter Green. La fine del gioco.





Iniziate quasi inconsapevolmente o furtivamente le fuorvianti procedure per il rientro. Protocolli che una volta avviati investono la natura stessa dei luoghi e delle persone e ne modificano l'aspetto e la consistenza. Il gioco è alla fine.  Lasciato questo cielo, il ritorno all'ordinario.Tutto ciò naturalmente è già accaduto varie volte in modo parzialmente diverso. E ha, fuor di metafora, il suo costo. Il tempo a breve stringera'. Il ricordo ci porterà ad errare dentro vaste e solenni bastionate calcaree: algoritmi e oniriche isoipse, su cui fiorisce spesso la mortella. Si tratta, in sostanza, di abbandonare malinconicamente l'orbita nella quale ci siamo cullati e cullati, anche maldestramente a volte, fra estrosi, casuali e luminosi nembi, e passare nel luogo delle reali circostanze di vita e gravità. Il gioco è alla fine. Riemergeranno certo  frammenti angusti, a volte, di ciò  che già dilegua in una lingua che si vuole indecifrata e banalmente si dissipa come relazione infranta, vagante e fluttuante tuttavia nello spazio interno ed esterno. E certo non bastano espedienti, come sperando usano sporadici e frastornati salmoni, faticosamente intraprendenti: risalire la corrente fittizia, o come semenza sparsa nel crepuscolo, giacere oltre il solco.  È vero, si sta come soggetto collocato fuor di contesto, sasso sottratto all'armoniosa indifferenza. Abraso destino talvolta svelato.
 La fine del gioco. Appunto.

lunedì 17 agosto 2015

The Cycle is Complete - Bruce Palmer (1971)


Eccomi al culmine di queste meravigliose vacanze. L'ennesimo caro ritorno nel silenzioso, meditabondo e sonnolento cuore di una vecchia casa, non troppo lontana dal mare. La sera, finalmente, comincia a far fresco! Dopo un provvidenziale temporale e conseguente raccolta di "ciammaruche" e ascetica e frattalica rilettura di "La Stanza del Vescovo", quasi assopito al ritorno del sole, in un immenso pomeriggio molisano che pare non debba mai finire, mi sembra di sentire le note di questo disco venire da non so dove. Frutto di una lontana e trasognata adolescenza. Reperto di un' epoca che sembrava felice ed è ormai quasi del tutto dimenticata...



Da Onda Rock

Un tempo, quando si parlava di un disco di culto, poco conosciuto dal pubblico, ma di immenso valore estetico, e si doveva darne esempio, si soleva citare questo straordinario capolavoro, per anni restato preda dei vampiri del disco raro e solo da poco tempo disponibile in versione rimasterizzata su compact disc.
Bruce Palmer, scomparso qualche anno fa, era il bassista dei Buffalo Springfield, formazione che vedeva militare tra le sue fila i talenti di Neil Young e Stephen Stills.

martedì 11 agosto 2015

Sul capitalismo termoindustriale occidentale.

Da  Al cuore della Terra e ritorno

Parte Seconda
di Piero Pagliani.





1. Il capitalismo non si sviluppa solamente tramite forze, risorse e processi endogeni quali il rapporto di sfruttamento. Se ciò fosse le società capitalistiche sarebbero collassate in poco tempo o non sarebbero mai sorte. Invece il capitalismo è stato in grado di superare una crisi dopo l’altra. Se l’estrazione di plusvalore e il coniugato processo di realizzazione formano il nucleo del modo di produzione capitalistico, il suo vero e proprio kernel nel senso che i risultati di tutte le funzioni della società capitalistica in ultima istanza in esso si devono rispecchiare e ad esso devono essere ricondotti, i salti in avanti nei processi che formano questo nucleo, e quindi l’espansione e la riproduzione del capitalismo, sono avvenuti facendo massicciamente leva su forze esogene. Usiamo il termineesogeno in relazione a un dato rapporto di aggiunzione T-D* (intrecciato quindi a un rapporto P-V) e non nell’eccezione, relativa solo a D che si usa in Economia quando si parla ad esempio di “shock esterno”.

giovedì 6 agosto 2015

Frammenti dall'estate. Patrizia, Monica, Franco e binari in riva al mare.


* Chi cerca ciò che non deve trova ciò che non vuole.

*...ogni battaglia ha in sé la possibilità astratta della sconfitta, e non c'è altro mezzo per diminuire questa possibilità che la preparazione organizzata della battaglia stessa.


* Meccanismi per ravvivare il fuoco.
Il metodo più antico per ravvivare il fuoco era quello di servirsi di un pezzo di pelle,  di foglie di alberi, o di folti rami verdi. In seguito si impiego' il giunco, attraverso cui si soffiava sul fuoco con la bocca. Il mantice di pelle, con cui la massa dell'aria veniva ininterrottamente spinta dal serbatoio al seno comunicante, era noto da lunghissimo tempo ai greci. Nelle fonderie molti mantici di questo tipo erano fatti funzionare a mano. Questo fu il il metodo di fusione fino al XVI secolo. In quell' epoca apparvero i primi mantici messi in moto 
da ruote ad acqua.


*Lamento sul destino degli esuli.

È fatica
Staccare le proprie radici
E toglierle dalla terra
Dove giacciono le nostre morti.
Ahi, magra pianta!
Non essere
Come il fiore di prato
O come l'albero del ciliegio
Che al bel tempo arrossisce
Di rosse perle:
E sempre son lì,
A morire e a rinascere.
Ma va
Da una terra a un'altra,
Da un mare a un altro
E, a ogni strappo,
Lascia un pezzo della radice...
E porta
Il nudo peso delle rimanenti
Fino a morire rinsecchito,
A non rinascere.
Ovunque abbandonato:
Destino degli esuli
Sulla sabbia di un lido.


*Quella notte fu piena di scale...


*La Perfezione dei dettagli.

Strappato dalla morte/ gettato nella luce
Privo d'ombra/ vuoto, infranto.

Parlarti o toccarti
O entrambi
Con le vive mani assediate.
Svelata, cieco
Senza sonno.

Da tempo a tempo
Un luogo lo circonda,
Senza voce, un nome.
Che si sappia di chi
Quando non volle
Muto perché non seppe.

Non più vuote le mani,  le dissi.
Occhi vuoti inceppati nel giorno.
La tua veste lacerata,
L'intrigo, la frana che dura
Lentamente.
Lo nego, mi appartiene.


*Dio è, in me, il fuoco,
E io, in lui, la luce,
Non siamo tutti e due
Profondamente uniti?
...
Dio è cio che è;
Io sono ciò che sono;
Ma se conosci l'Uno
Tu conosci me e lui.
...
Io non sono al di fuori di Dio
E Dio non è al di fuori di me
Io sono la sua luce splendente
Ed egli è il mio ornamento.


*Io dubito che il voler noi misurar il tutto colla scarsa misura nostra, ci faccia incorrere in strane fantasie;
e che l'odio  nostro particolare contro la morte, ci renda odiosa la fragilità. Tuttavia non so dall'altra banda quanto, per divenir manco mutabili, ci fosse caro l' incontro di una testa di Medusa,  che ci convertisse  in un marmo o in un diamante, spogliandoci de'  sensi  e di altri moti, li quali senza le corporali alterazioni,
 in noi sussister non potrebbono.


*Taci, chi parla ascolta. Ma chi tacque
   Ha ormai parlato.



* Basile, Lo cunto de li cunti
* Lenin, Che fare?
* Marx, Capitale e tecnologia.
* Antonio Barolini      
* Ritsos, Sospetti
* Roberto Turco, Giocate e vincete.
* A. Silesius
* G. Galilei
* Aleixandre, Dialoghi della conoscenza.

lunedì 3 agosto 2015

Sel, Rifondazione e le chimere (si spera) estive.

Caro Franco, dopo la devastazione della tua foresta privata, (a cui ho partecipato con il nobile intento, c'è da dire, di poter con comodo osservare la Maiella) e  successiva amabile discussione e quindi conseguente e stringente post, avrei voluto risponderti personalmente. Ma l'implacabile afa e soprattutto l'implacabile tablet che utilizzo malamente, mi hanno costretto a chiedere l'ausilio di Aldo. A presto.




Perché Sel-Rifondazione e & c. se la prendono così calda per difendere Tsipras?
Written by Aldo Giannuli. Posted in Galassia Sinistra, Le analisi, Politica interna

Sel, Rifondazione e l’area dei loro militanti più fedeli hanno ingaggiato una battaglia furibonda per difendere Tsipras, anche più di quanto non facciamo i recenti fuoriusciti del Pd, che osservano una linea più sobria. Gli argomenti sono più o meno questi, variamente declinati e mescolati…

sabato 1 agosto 2015

Zirn rimasta indifesa, il Palazzo di Jenghik in fiamme, John Westerley morto.


La fantascienza nella calda estate
 della torrida crisi.
Con Robert Sheckley (1972).


Il bollettino pervenne, confuso dalla paura.
"Qualcuno sta ballando sulle nostre tombe," disse Charleroi. Levò lo sguardo fino a includere tutta la Terra. "Questo sarà un magnifico mausoleo."

" Le tue parole sono strane," disse lei. "Eppure nei tuoi modi vi è qualcosa che mi piace... Vieni più vicino, straniero, e spiegati."