uno dei due è l'altro

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giovedì 2 febbraio 2017

Degas, Mallarmé: L’aggressione delle idee.






Degas aiutò Mallarmé a formulare una frase capitale sulla letteratura, che si sarebbe persa nel brusio di una serata se Ludovic Halévy non avesse avuto anche lui l’abitudine di annotare quel che diceva Degas: Degas aveva passato la serata con Mallarmé, che gli aveva esposto la seguente teoria sulle parole: Le parole, diceva, possono e devono bastare a se stesse: Hanno la loro potenza personale, la loro forza, la loro individualità, la loro esistenza propria. Hanno abbastanza forza per resistere all’aggressione delle idee. Degas ha confessato che questa mirabile frase era sua. Ma assicura che non fa che riassumere le idee di Mallarmé. 

 Resistere all’aggressione delle idee: non c’è migliore lasciapassare per chi voglia varcare la soglia di tutta la letteratura novecentesca. Ed è anche significativo che quella frase sia sopravvissuta per una via accidentale – e probabilmente fosse bicefala. Bisogna scoraggiare le belle arti: questo celebre mot di Degas fu anche uno dei suoi più meritori e chiaroveggenti. Avvicinandosi la fine del secolo, Degas osservava con sempre maggiore insofferenza l’estetizzazione progressiva del tutto. Sentiva che il mondo stava per cadere in mano a una truppa di decoratori d’interni. In questo identico a Karl Kraus che, pochi anni dopo, avrebbe constatato che il mondo si divideva ormai fra quelli che usano l’urna come vaso da notte e quelli che usano il vaso da notte come urna

Il punto che lo angustiava era questo: quanto più l’estetico guadagnava in estensione, tanto più perdeva in intensità. Davanti agli occhi di Degas si stava spalancando il secolo successivo. Dove tutto, anche i massacri, sarebbe stato sottoposto all’arbitrio di qualche art director, mentre l’arte – e in particolare l’antica arte della pittura, quella che gli premeva – sarebbe diventata sempre più inconsistente o si sarebbe dissolta.





Da La Folie Baudelaire, Roberto Calasso. 2008 Adelphi Edizioni



 

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