uno dei due è l'altro

uno dei due è l'altro

domenica 21 giugno 2015

East Coker


Da
Quattro quartetti
di T.S. Eliot




East Coker

[...]
Presi da un vortice che porterà
Il mondo al fuoco distruggitore
Che brucia prima che regni il ghiaccio.

Questo era un modo di presentare la cosa... e non molto soddisfacente:
Uno studio perifrastico in una maniera poetica d'altri tempi,
Che ci lascia ancora in preda alla lotta intollerabile
Con le parole ed i significati. La poesia non importa
Non era (per ricominciare) quello che ci si aspettava.
Quale doveva essere il valore della tanto aspettata,
Tanto sperata calma, la serenità autunnale
E la saggezza dell'età avanzata? Avevano ingannato noi
O ingannato se stessi, gli antenati dalla voce pacata,
Lasciandoci in eredità nient'altro che una ricetta d'inganni?
La serenità, solo una deliberata ebetudine,
La saggezza, solo la conoscenza di segreti morti,
Inutili nel buio nel quale figgevano lo sguardo
O dal quale volgevano gli occhi. C'è, così ci pare,
Nel migliore di casi, solo un valore limitato
Nella conoscenza che deriva dall'esperienza.
La conoscenza impone una trama, e falsificata,
Perchè la trama ogni momento è nuova,
E ogni momento è nuova e sconcertante
Valutazione di tutto ciò che siamo stati. Solo non c'inganna
Ciò che ingannandoci non potrebbe più nuocerci.
Nel mezzo, non solo nel mezo del cammino
Ma per tutto il cammino, in una selva oscura, tra i rovi,
Sull'orlo di un pantano, dove il piede non è sicuro,
E tra minacce di mostri, luci fantastiche,
Col rischio dell'incantamento. Non voglio sentir parlare
Della saggezza dei vecchi, bensì della loro follìa,
Della loro paura della paura e della frenesìa, la loro paura del possesso,
Di appartenere a un altro, o ad altri, o a Dio.
La sola saggezza che possiamo sperare di ottenere
E' la saggezza dell'umiltà: l'umiltà è sconfinata.

Le case sono andate tutte sotto il mare.

I danzatori sono andati tutti sotto la collina.


III

O buio, buio, buio. Tutti vanno nel buio,
Nei vuoti spazi interstellari, il vuoto va nel vuoto,
I capitani, gli uomini d'affari, gli eminenti letterati,
I generosi patroni dell'arte, gli uomini di stato e i governanti
Gli esimi funzionari, i presidenti di molti comitati,
I capitani d'industria e i piccoli imprenditori, tutti vanno nel buio,
E bui il sole e la luna, e l'Almanacco di Gotha
E la Gazzetta della Borsa, l'Annuario delle Società Anonime
E freddo il senso e perduto il motivo dell'azione.
E tutti noi andiamo con loro, nel funerale silenzioso,
Funerale di nessuno, perchè non c'è nessuno da seppellire.
Ho detto alla mia anima: taci, e lascia che scenda su di te il buio
Che sarà l'oscurità di Dio. Come in un teatro,
Si spengono le luci, per poter cambiare la scena
Con un cupo rombo d'ali, con un moto del bio sul buio,
E noi sappiamo che le colline e gli alberi, il panorama lontano
E l'ardita facciata imponente, tutto viene arrotolato e messo via...
O come quando un treno della ferrovia sotterranea si ferma troppo a lungo tra due stazioni
E s'anima la conversazione, poi un po' per volta si perde nel silenzio
E si vede che dietro ogni faccia si spalanca il vuoto mentale
E non resta che il crescente terrore di non aver nulla a cui pensare;
O quando, sotto l'etere, la mente è cosciente, ma cosciente di nulla...
Ho detto alla mia anima: taci, e attendi senza speranza
Perchè la speranza sarebbe speranza mal collocata: attendi senza amore
Perchè l'amore sarebbe amore mal collocato; rimane la fede
Ma la fede e l'amore e la speranza stanno tutti nell'attesa.
Attendi senza pensiero, perchè non sei pronta al pensiero:
Così il buio sarà la luce, e la quiete la danza.
Mormorio di correnti ruscelli, e lampi d'inverno.
Il timo selvatico non visto, e la fragola dei boschi,
Le risa nel giardino, eco di un'estasi
Non perduta, ma che richiede, che tende all'agonia
Della nascita e della morte.
                                         Voi dite ch'io ripeto
Qualcosa che ho già detto prima. Lo dirò di nuovo.
Devo dirlo di nuovo? Per arrivare là,
Per arrivare dove voi siete, per andare via da dove voi siete,
     Dovete fare una strada nella quale non c'è estasi.
Per arrivare a ciò che non sapete
     Dovete fare una strada che è quella dell'ignoranza.
Per possedere ciò che non possedete
     Dovete fare la strada della privazione.
Per arrivare a quello che non siete
     Dovete andare per la strada nella quale non siete.
E quello che non sapete è la sola cosa che sapete
E ciò che avete è ciò che non avete
E dove siete è là dove non siete.

IV

Il chirurgo ferito maneggia l'acciaio
Che indaga la parte malata;
Sotto le mani insanguinate sentiamo
L'arte pungente e pietosa di chi guarisce
E scioglie l'enigma del diagramma della febbre.
La nostra unica salute è la malattia
Se obbediamo all'infermiera morente
La cui cura costante non è di piacere
Ma di ricordarci la maledizione nostra e d'Adamo,
E che per guarire la nostra malattia deve peggiorare.

Tutta la terra è il nostro ospedale
Finanziato da un milionario in rovina,
Dove, se va bene, moriremo
Dell'assoluta cura paterna
Che non ci lascerà mai, ma ci prende dappertutto.

Il freddo sale dai piedi alle ginocchia,
La febbre canta nei congegni della mente.
Se voglio aver caldo, devo gelare
E tremare nei frigidi fuochi del purgatorio
La cui fiamma è di rose, il fumo di spini.

Nostra sola bevanda il sangue che stilla,
Nostro solo cibo la carne sanguinosa:
E a dispetto di ciò ci piace pensare
Che in sostanza siam fatti proprio di carne e di sangue...
E ancora, a dispetto di ciò, parliamo di venerdì santo.


V

E così eccomi qua, nel mezzo del cammin, dopo vent'anni...
Vent'anni in gran parte sciupati, gli anni dell'entre deux guerres...
A cercar d'imparare l'uso delle parole, e ogni tentativo
E' un rifar tutto da capo, e una specie diversa di fallimento
Perché si è imparato a servirsi bene delle parole
Soltanto per quello che non si ha più da dire, o nel modo in cui
Non si è più disposti a dirlo. E ogni impresa
E' un cominciar di nuovo, un'incursione nel vago
Con logori strumenti che peggiorano sempre
Nella gran confusione dei sentimenti imprecisi,
Squadre indisciplinate di emozioni. E quello che c'è da conquistare
Con la forza e la sottomisione, è già stato scoperto
Una volta o due, o parecchie volte, da uomini che non si può sperare
Di emulare - ma non c'è competizione - 
C'è solo la lotta per ricuperare ciò che si è perduto
E trovato e riperduto senza fine: e adesso le circostanze
Non sembrano favorevoli. Ma forse non c'è da guadagnare né da perdere
Per noi non c'è che tentare. Il resto non ci riguarda.

La casa è il punto da cui si parte. Man mano che invecchiamo
Il mondo diventa più strano, la trama più complicata
Di morti e di vivi. Non il momento intenso
Isolato, senza prima né poi,
Ma tutta una vita che brucia in ogni momento
E non la vita di un uomo soltanto
Ma di vecchie pietre che non si possono decifrare.
C'è un tempo per la sera a ciel sereno
Un tempo per la sera al paralume
(La sera che si passa coll'album delle fotografie).
L'amore si avvicina più a se stesso
Quando il luogo e l'ora non importano più
I vecchi dovrebbero essere esploratori
Il luogo e l'ora non importano
Noi dobbiamo muovere senza fine
Verso un'altra intensità
Per un'unione più completa, comunione più profonda
Attraverso il buio, il freddo e la vuota desolazione,
Il grido dell'onda, il grido del vento, la distesa d'acqua
Della procellaria e del delfino. Nella mia fine è il mio principio.


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