L’uomo è fatto per mangiare carne.*
È nota a
tutti la tendenza del fagiolo a creare aerofagia, che è dovuta al
fatto che alcuni zuccheri non sono scissi dagli enzimi digestivi e
giungono pertanto non digeriti nell’intestino crasso, dove la flora
batterica innesca quei disgustosi processi fermentativi che creano
aria puzzolente che spesso esce dall’orifizio anale sotto il nome
di peto o scoreggia. Problemi simili sono creati dalle cipolle, che
inoltre causano alito cattivo in ragione degli elementi chimici che
le conferiscono il tipico odore. Non degradati nel sistema digerente,
entrano nel flusso sanguigno.
Quando il sangue ritorna ai polmoni per ottenere ossigeno attraverso la respirazione, l’odore fuoriesce dalla bocca provocando il tipico alito rivoltante. Questi grevi inconvenienti sono provocati anche dal cavolo, specie quando viene consumato sotto forma di crauti, e da decine di altri vegetali la cui citazione sarebbe tediosa per il lettore e inutile, tanto sono noti i loro effetti dannosi. Aggiungo solo, a titolo di chiosa di questa piccola rassegna, l’odore nauseabondo dell’urina di chi ha mangiato asparagi o l’alito pernicioso dei mangiatori d’aglio. È pertanto innegabile che il consumo di vegetali è responsabile di numerose affezioni a carico dell’apparato gastro-intestinale e, in genere, per tutto l’organismo.
Quando il sangue ritorna ai polmoni per ottenere ossigeno attraverso la respirazione, l’odore fuoriesce dalla bocca provocando il tipico alito rivoltante. Questi grevi inconvenienti sono provocati anche dal cavolo, specie quando viene consumato sotto forma di crauti, e da decine di altri vegetali la cui citazione sarebbe tediosa per il lettore e inutile, tanto sono noti i loro effetti dannosi. Aggiungo solo, a titolo di chiosa di questa piccola rassegna, l’odore nauseabondo dell’urina di chi ha mangiato asparagi o l’alito pernicioso dei mangiatori d’aglio. È pertanto innegabile che il consumo di vegetali è responsabile di numerose affezioni a carico dell’apparato gastro-intestinale e, in genere, per tutto l’organismo.
Questa tesi
trova ampia giustificazione nelle scienze biologiche. L’uomo si è
evoluto dalla ferina animalità proprio nel momento in cui ha smesso
di cibarsi esclusivamente di vegetali raccolti qua e là, mentre
l’invenzione dell’agricoltura nel Neolitico è stata dettata più
dalla necessità di far fronte alla carestia che colpiva i gruppi
tribali in crescita demografica che dalla natura umana,
intrinsecamente carnivora.
Lo status della caccia è sempre stato elevato proprio per questi motivi, e non a caso esso è sempre stato passatempo dei nobili e delle persone di più elevato rango sociale, che hanno contribuito allo sviluppo della società umana in maniera assai più determinante che non il popolo di villici costretti a una dieta vegetariana.
Lo status della caccia è sempre stato elevato proprio per questi motivi, e non a caso esso è sempre stato passatempo dei nobili e delle persone di più elevato rango sociale, che hanno contribuito allo sviluppo della società umana in maniera assai più determinante che non il popolo di villici costretti a una dieta vegetariana.
Un discorso
meritano le allergie e intolleranze alimentari. Se si esclude
l’intolleranza al lattosio (che comunque non è presente nella
carne), la principale intolleranza nota è provocata dal glutine
(celiachia). Inoltre, la maggior parte delle allergie sono
determinate dai vegetali: frutta a guscio, frutta, legumi (compresi i
germogli di soia), ortaggi, semi di sesamo, semi di girasole, semi di
cotone, semi di papavero
e semi di senape.
La carne non rientra direttamente tra le cause di questi disturbi. Le patologie che vengono erroneamente attribuite al consumo di carne sono invece da addebitare ad additivi e coloranti, cioè a sostanze artificiali introdotte nell’alimento più naturale e benefico per l’uomo, che si è evoluto proprio grazie al suo consumo. Non ci sono dubbi sul fatto che la maggior parte delle allergie e delle intolleranze alimentari sono causate dal consumo di vegetali.
e semi di senape.
La carne non rientra direttamente tra le cause di questi disturbi. Le patologie che vengono erroneamente attribuite al consumo di carne sono invece da addebitare ad additivi e coloranti, cioè a sostanze artificiali introdotte nell’alimento più naturale e benefico per l’uomo, che si è evoluto proprio grazie al suo consumo. Non ci sono dubbi sul fatto che la maggior parte delle allergie e delle intolleranze alimentari sono causate dal consumo di vegetali.
Non sono
poi da sottovalutare i negativi effetti del consumo di vegetali sullo
sviluppo dei popoli: le Organizzazioni Internazionali hanno
evidenziato che il maggior numero di decessi in età infantile e
giovanile avvengono proprio nei paesi in cui è tradizionale una
parca dieta a base di vegetali e cereali. A titolo di esempio, la
mortalità in Somalia, paese a prevalente dieta vegetariana, è assai
più elevata che tra i Danesi, che sono forti mangiatori di carne. Su
questo sfortunato paese africano, voglio tra parentesi ricordare che
un tempo Mogadiscio esportava carne in scatola verso l’Italia,
prima che alla nostra onesta ed efficiente Amministrazione Fiduciaria
si sostituissero dapprima la dittatura e poi il caos delle bande
tribali e religiose, con gravi danni agli allevamenti zootecnici.
Considerazioni
ecologiche suggeriscono poi che la produzione e il consumo di carne
sono più rispettosi dell’ambiente di quanto non sia l’agricoltura.
Infatti gli allevamenti, sia allo stato brado che industrializzati,
occupano assai meno territorio delle coltivazioni. Così gli
Americani, grandi carnivori, hanno a disposizione numerosi e vasti
parchi nazionali in cui la natura si è conservata incontaminata,
cosa che non succede ad esempio tra gli Indù, ai quali un assurdo
divieto religioso vieta la carne, con conseguenti città sporche e
caotiche e produzione esasperata di sostanze chimiche per
l’agricoltura, e incidenti catastrofici per l’ambiente come
successe a Bhopal.
Quanto alla ridicola accusa che gli allevamenti bovini sarebbero una delle fonti principali della produzione di anidride carbonica e quindi contribuirebbero al riscaldamento globale, essa è facilmente demolita dalla considerazione che tutti gli animali superiori, compresi 8 miliardi di uomini, producono CO2 con la respirazione, e che anche i vegetali di notte ne producono immense quantità. Inoltre sarebbe utile conoscere la realtà su questo fenomeno oggi tanto invocato dagli ambientalisti: siamo davvero sicuri che l’attuale fase di riscaldamento, sempre che ci sia, non sia dovuta a una delle tante fluttuazioni climatiche alle quali è andato soggetto il nostro pianeta
nel corso della sua storia?
Al tempo degli antichi Greci e Romani è accertato che facesse caldo più di quanto avvenga ora, e non c’erano certo allevamenti bovini su grande scala. I miei lettori avranno già compreso che il consumo di vegetali è un pericolo per l’ambiente.
Quanto alla ridicola accusa che gli allevamenti bovini sarebbero una delle fonti principali della produzione di anidride carbonica e quindi contribuirebbero al riscaldamento globale, essa è facilmente demolita dalla considerazione che tutti gli animali superiori, compresi 8 miliardi di uomini, producono CO2 con la respirazione, e che anche i vegetali di notte ne producono immense quantità. Inoltre sarebbe utile conoscere la realtà su questo fenomeno oggi tanto invocato dagli ambientalisti: siamo davvero sicuri che l’attuale fase di riscaldamento, sempre che ci sia, non sia dovuta a una delle tante fluttuazioni climatiche alle quali è andato soggetto il nostro pianeta
nel corso della sua storia?
Al tempo degli antichi Greci e Romani è accertato che facesse caldo più di quanto avvenga ora, e non c’erano certo allevamenti bovini su grande scala. I miei lettori avranno già compreso che il consumo di vegetali è un pericolo per l’ambiente.
Giungendo
alle conclusioni, sono lampanti i pericoli di una dieta vegetariana
per la salute, la società e l’ambiente dell’uomo. Le lobbies
degli agricoltori, assai agguerrite, stanno compiendo una
straordinaria opera di disinformazione su queste tematiche,
appoggiati da medici senza scrupoli e da organi di informazione
prezzolati dagli ecologisti. Tuttavia i benefici di una dieta
carnivora sono sotto gli occhi di tutti e prima o poi risulterà
evidente come l’uomo è fatto per mangiare carne.
Fabrizio
Didietro
* Il
caco-liberismo (da non confondersi con il caco-liberalismo) è una
branca della cacopedia, il cui metodo di lavoro consiste nel partire
da una premessa rovesciata per dedurne un sistema coerente.
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