Perché scrivere di Parigi?
Confesso
che ho pudore. O forse vergogna. A che pro farlo? Non ho analisi da proporre,
nemmeno a me stesso. Non ho animo per decifrare l’evidente. Non ho parole di
speranza. Di morti per terrorismo poi purtroppo il modo è pieno, anche e soprattutto fuori dalle luci della ribalta. Scrivere forse per ricacciare indietro, egoisticamente, questo montante e profondo senso di malessere?
E’ poi giusto cercare di alleviare la nausea?
Scrivo per me stesso.
Tutto questo sangue innocente di Parigi, strategicamente sacrificato e messo “in scena”, che si aggiunge a quello spesso tragicamente oscuro ma che viene versato sempre più copioso, ogni giorno in ogni angolo del pianeta, per far lievitare l’odio, per perpetrare le schiavitù; tutte queste nuove parole d’ordine di guerra “spietata” contro un nemico polimorfo che vive, ci viene detto, con noi, e nei califfati, questi paranoici “scontri fra civiltà”, questi uomini che si fanno esplodere, questi droni disumani che bombardano chirurgicamente e ciecamente, questi inni nazionali, queste fanfare liturgiche della morte, che preludono ad altri bombardamenti ed ad altre sofferenze, questo già visto; e poi queste ipocrite facce falsamente addolorate, intente a dire cosa, cariche di menzogne, ipocritamente seriose, e palesemente soddisfatte della nuova "adeguata" emergenza che prelude ad altre sofferenze ed ad altre emergenze, per cancellare diritti, per devastare vite; questo disgustoso spettacolo, questo macello che continuamente si inscena per rimettere in ordine la contabilità, far quadrare i conti e schiacciare i popoli, per stabilire confini, appropriarsi delle risorse umane e non, edificare muri, indossare corazze e oliare la macchina bellica, mi lasciano senza fiato.
Scrivo per me stesso.
Tutto questo sangue innocente di Parigi, strategicamente sacrificato e messo “in scena”, che si aggiunge a quello spesso tragicamente oscuro ma che viene versato sempre più copioso, ogni giorno in ogni angolo del pianeta, per far lievitare l’odio, per perpetrare le schiavitù; tutte queste nuove parole d’ordine di guerra “spietata” contro un nemico polimorfo che vive, ci viene detto, con noi, e nei califfati, questi paranoici “scontri fra civiltà”, questi uomini che si fanno esplodere, questi droni disumani che bombardano chirurgicamente e ciecamente, questi inni nazionali, queste fanfare liturgiche della morte, che preludono ad altri bombardamenti ed ad altre sofferenze, questo già visto; e poi queste ipocrite facce falsamente addolorate, intente a dire cosa, cariche di menzogne, ipocritamente seriose, e palesemente soddisfatte della nuova "adeguata" emergenza che prelude ad altre sofferenze ed ad altre emergenze, per cancellare diritti, per devastare vite; questo disgustoso spettacolo, questo macello che continuamente si inscena per rimettere in ordine la contabilità, far quadrare i conti e schiacciare i popoli, per stabilire confini, appropriarsi delle risorse umane e non, edificare muri, indossare corazze e oliare la macchina bellica, mi lasciano senza fiato.
Un tuffo reiterato nell'orrore. Uno spettacolo
devastante a cui ho già avuto il dispiacere di assistere nei passati decenni, e che continua ancora, a dispetto di passate ed evidentemente vane speranze. In pochi hanno capito
e ci hanno detto, a volte a costo della vita, ciò che stava accadendo: ma non è bastato. Non sono bastate le analisi scientifiche profonde né le dure lotte sociali e neanche il sogno dei poeti per evitare l'odierno scempio. Un oscuro futuro ci attende.
Per usare le tragiche parole di Aldo Moro dalla prigione del popolo, lì dove si inaugurava e si sperimentava, forse per la prima volta la prassi dello spettacolo terroristico contemporaneo: siamo “sotto un dominio pieno e incontrollato”. Loro hanno le armi del terrore, della menzogna e
dell' impostura. Noi solo la nostra umanità e la nostra "penultima verità"
Dovremo vedere “il sangue d' Ignazio sulla rena” ?
Per usare le tragiche parole di Aldo Moro dalla prigione del popolo, lì dove si inaugurava e si sperimentava, forse per la prima volta la prassi dello spettacolo terroristico contemporaneo: siamo “sotto un dominio pieno e incontrollato”. Loro hanno le armi del terrore, della menzogna e
dell' impostura. Noi solo la nostra umanità e la nostra "penultima verità"
Dovremo vedere “il sangue d' Ignazio sulla rena” ?
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